Spesso mi viene detto che, in quanto uomo, io non mi posso occupare delle tematiche di genere e del femminismo. Non ci credo molto a questo concetto, anche perché a mio avviso è uno dei limiti più grandi nel portare avanti determinate battaglie sociali: cioè, pensare che sia una lotta che solo alcuni possono imbracciare, mentre gli altri devono restare semplicemente a guardare.
Ritengo che una rivoluzione si basi su un sistema intricato di vittime di abusi, megafoni e sensibilizzatori che, insieme, tentano di cambiare la società. Per questo e altri motivi, ho preso parte all’assemblea pubblica andata in scena al Pontile di Ostia, intervistando alcune persone per comprendere al meglio perché, in quanto uomo, questi e altri argomenti mi riguardano molto da vicino.