Il nuovo Coronavirus ci sta aiutando a comprendere molti più concetti di quanto immaginiamo. Ormai sembro un disco rotto, ma è un dato di fatto: tutti gli aspetti della nostra società, a partire dalla quotidianità per arrivare al mondo del lavoro, subiranno enormi cambiamenti. E dovremo farci trovare pronti.
Al momento, è abbastanza difficile dipingere un quadro preciso del nostro domani. Tuttavia, la scienza ci può aiutare in questo. Grazie alle sue ricerche, infatti, può delineare i possibili futuri ai quali potremmo andare incontro. Sta al giornalismo, poi, raccogliere queste informazioni e farle arrivare al lettore, che deve essere messo a conoscenza di ciò che potrebbe accadere.
Ma come mai questa concatenazione di eventi è così importante per chi legge una notizia?
Coronavirus: l’asse giornalismo-scienza a favore del lettore
La relazione tra giornalismo e scienza è essenziale per due ordini di motivi: influenzano la classe politica sulle decisioni da prendere; informano il lettore sugli scenari possibili a cui potremmo andare incontro, e quindi possono incalzare i propri rappresentati su svariati fronti (lavoro, scuola, mobilità). Per comprendere meglio questo concetto, utilizzeremo 3 case studies in cui la relazione tra giornalismo e scienza si esprime al meglio.
Prima di iniziare, ci tengo a fare una precisazione: ogni articolo a mia firma che presenterò è stato redatto specificando anche le limitazioni delle varie ricerche, e sottolineando il fatto che fossero previsioni, e non certezze. Credo sia doveroso assimilare questo aspetto, in quanto un’informazione chiara e precisa è sempre al centro del discorso di “Giornalisticamente parlando“.
Lo studio dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute sulla fine dell’emergenza Coronavirus
Il 20 aprile 2020 l’Osservatorio Nazionale sulla Salute ha pubblicato una serie di date prima delle quali era o è poco verosimile attendersi l’azzeramento dei contagi del nuovo virus. Statistiche che, ovviamente, si sono basate sui dati diffusi dalla Protezione Civile, e che ci danno una grossa mano per il passaggio alla Fase 2.
Sui dati fine emergenza #Coronavirus dell'Osservatorio vanno fatte due precisazioni:
1⃣ sono date prima delle quali è poco verosimile attendersi azzeramento dei contagi;
2⃣ #Fase2 scaglionata regione per regione#COVID19 #Coronavid19 @abilitychannelhttps://t.co/DEZtKvuz8n— Angelo Andrea Vegliante (@coluicheveglia) April 23, 2020
Non è l’unica ricerca in materia. Basti pensare che anche l’Einaudi Institute For Economics and Finance si è occupato dell’argomento, snocciolando ipotesi dettagliate e aggiornate al 30 marzo 2020.
Quando passerà l'emergenza #Coronavirus in Italia? Ho provato a farmi un'idea basandomi su uno studio autorevole di Einaudi Institute For Economics and Finance. Il mio articolo per @abilitychannel.#coronavirusitalia#COVID2019italia https://t.co/TP5FHNOwBa
— Angelo Andrea Vegliante (@coluicheveglia) April 1, 2020
Sostanzialmente, grazie a queste ipotesi scientifiche certificate, possiamo porre le basi sui nostri prossimi passi. Cioè, elaborare una strategia per il domani. E questo influisce non solo sulla politica, ma anche sull’opinione pubblica, chiamata a far emergere i temi più importanti connessi alla ricerca. Ad esempio, la scuola, il lavoro, il tempo libero, i trasporti pubblici.
Insomma, il lettore può sviluppare un senso critico fondato nei confronti dell’argomento in questione, e comprendere in che modo fare pressioni sulla propria rappresentanza politica. Per esempio, il report dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute indica come linea di massima una riapertura per la Fase 2 diversa tra regione e regione, basata sul distanziamento sociale. Un’indicazione non di poco conto.
Cosa succederà tra 5 anni?
Un’altra interessante ipotesi sul Coronavirus è la proiezione per i prossimi 5 anni. Certo, è molto complesso affermare cosa accadrà con esattezza. Ma, come detto prima, gli studi scientifici possono aiutarci a porre le basi sui nostri comportamenti futuri, in ogni campo, persino in quello economico.
In questo caso, la ricerca dell’Università di Harvard dal titolo “Projecting the transmission dynamics of SARS-CoV-2 through the postpandemic period” si basa su un modello matematico che delinea gli scenari dell’umanità con il Coronavirus nel 2022 e 2025. Risultato? Il distanziamento sociale e i dispositivi di protezione individuale potrebbero essere ancora importanti per tenere lontano il nuovo Coronavirus. Sono consigli e suggerimenti di interesse nazionale.
Uno studio ipotizza gli scenari dell'umanità da qui a 5 anni, sottolineando un concetto importante: non dobbiamo abbassare la guardia.@abilitychannel #coronavirus #COVID19 #COVIDー19 #COVID2019 #coronavirusitallahttps://t.co/AYQmSvRFma
— Angelo Andrea Vegliante (@coluicheveglia) April 21, 2020
Perché è così importante per il lettore la relazione tra giornalismo e scienza?
Sostanzialmente, la relazione tra giornalismo e scienza è fondamentale perché permette al lettore di comprendere al meglio in quale mondo ci stiamo muovendo, sviluppando il proprio senso critico da far emergere a favore o contro alcune decisioni politiche.
Si tratta, in pratica, di mettere in moto la macchina dell’opinione pubblica, grazie alla quale una società può essere orientata a fare una scelta invece che un’altra. Giornalismo, scienza e lettore sono ingranaggi della stessa macchina: insieme possono determinare il futuro di qualsiasi società.