Non chiamateci solo periferia

La parola ‘Periferia‘ è oggetto di enormi dibattiti intellettuali, peculiarmente nei momenti sociopolitici di maggiori spicco. Ad esempio, ogni volta che gli italiani sono chiamati al voto, la periferia torna a essere il cuore pulsante degli argomenti più disparati. Che comunque vada, inquadrano questi lembi di società in modo abbastanza generalista. Il pensiero vigente è uno: la periferia vive in condizioni disastrose da sanare, e nulla si salva. Indipendentemente da dove ci troviamo.

Un pregiudizio alla Dick da cui voglio partire. O meglio, partire dal X Municipio di Roma Capitale, una ‘principessa’ facente parte del Comune capitolino spesso passata alle cronache per casi di violenza, malasanità e mafia locale. Tempo fa ho già parlato di Dragona, un quartiere del sopracitato municipio con diverse problematiche strutturali di varia natura. Oggi, invece, concentriamoci su Acilia.

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> Quando la periferia è giovane

Come per le altre zone facenti parte del X Municipio, anche Acilia ha delle potenzialità non sfruttate che potrebbero rendere il Decimo ancora più ‘interessante’ a livello turistico e sociale. Questi pensieri partono da un assunto: la periferia non è terra di degrado, ma ci sono iniziative e realtà che cercano di creare comunità e cambiare il passo delle cose. 

Nel tentativo di levarmi ogni dubbio, ho deciso di seguire una “passeggiata femminista nel quartiere perché le strade sicure le fanno le donne che le attraversano”, come recita l’evento. Una camminata organizzata da un giovane collettivo locale, Ingranaggi. Giovane nella duplice accezione: non solo perché vi sono numerosi attivisti giovani, ma anche perché si tratta di una realtà nata nel 2017, con due anni di vita. Inoltre, siamo alla seconda passeggiata, in quanto la prima è avvenuta lo scorso anno ed è culminata con la realizzazione di un bellissimo murales su una facciata della Biblioteca pubblicale locale Sandro Onofri

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> Cosa ho visto durante la passeggiata femminista

Ed è proprio davanti al murales che mi incontro con i ragazzi di Ingranaggi nella mattinata di sabato 23 febbraio, giorno della passeggiata. Fin da subito mi viene spiegato l’obiettivo di giornata: portare ai vari esercizi commerciali presenti una serie di volantini e flyer per comunicare alla cittadinanza locale tutte le informazioni necessarie per le donne vittime di violenza. L’idea nasce anche dal fatto che l’8 marzo ci sarà a Roma uno Sciopero Globale Transfemminista organizzato da Non Una di Meno, e Ingranaggi è un collettivo che lavora a stretto contatto con questa realtà. Durante la camminata, ho seguito il gruppo, cercando di ricavarne impressioni e mettendo mano al mio pensiero qualunquista (Dick, tocca a te) per spezzare certe catene.

> “C’è solo la mafia

No, non c’è solo la mafia. Per fortuna la criminalità organizzata nel X Municipio è stata scoperchiata da Federica Angeli, purtroppo si pensa che sia l’unico cuore pulsante del litorale romano. Parlare con il collettivo Ingranaggi mi ha fatto realizzare la complessità reticolare della dimensione periferica, che conta anche anime che vogliono cambiare le cose, a cominciare dalle cose più semplici, dal basso, andando a parlare direttamente con la cittadinanza, chiedendo loro aiuto nella sensibilizzazione di un tema, di un’ideale e via discorrendo.

> “Ai giovani non je fa de fa nulla”

Te lo giuro Dick, non vedevo l’ora che mi dicessi questo. Perché, di fatto, quanto portato avanti durante la passeggiata è un concetto nevralgico. Un buon 90% delle persone presenti erano ragazze e ragazzi con la voglia di rivalutare il luogo dove vivono. Quella spinta classista che vede i giovani come nullafacenti e perdigiorno prima o poi dovrà finire. Anche perché l’iniziativa di Ingranaggi è stata sì lodevole, ma, in alcuni casi, ha trovato delle frizioni proprio da parte delle generazioni a loro precedenti che non volevano aderire all’iniziativa. Dunque, per limitare al minimo i discorsi generazionali, cerchiamo di estenderci in un gruppo attivo e desideroso di cambiare le cose. 

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> “La periferia è sinonimo di violenza

C’è da dire una cosa. Esattamente il giorno prima all’evento, sempre ad Acilia, una donna è stata aggredita da uno sconosciuto in pieno giorno. Così, senza motivo, in quanto la vittima ha spiegato di non aver mai visto quell’uomo in vita sua. Dunque, venir a spezzare il tabù della periferia come sinonimo di violenza è risultato difficoltoso, ma ci sono delle valutazioni da fare. Il problema non sussiste tanto nel vedere la periferia come luogo di violenza, ma nel parlarne come tale. È sbagliato pensare a qualsiasi periferia come centro di violenza, ma sarebbe sensato parlare di una descrizione della periferia come tale, in quanto la percezione costruita attorno a essa è quella. In pratica, nel corso degli anni, gli abbiamo cucito sopra un vestito così stretto che ora si fa fatica a toglierlo. E, di base, la colpa è anche di un mondo disinteressato a sostituire queste percezioni, abbandonando ogni periferia al concetto di degrado quando gli fa comodo per fare man bassa di consensi elettorali.  

> “Da ‘ste parti non c’è nulla da fare”

Ok, questo pensiero dickeiano mi è rimbombato in testa più volte, nonostante sia facile da smontare. La risposta è sempre la stessa: informati. Nel X Municipio vengono organizzati numerosi eventi che portano firme interessanti. Oh, basti pensare alla Festa del Libro e della Lettura di Ostia. Forse sarebbe più giusto affermare che, in certe occasioni, si può e si deve far meglio, si possono realizzare eventi, concorsi e opere ludiche migliori, in zone in cui l’investimento nella cultura, nello sport e in altre attività di questo tipo giovano a tutti. 

> Capitolo aggiuntivo: la violenza sulle donne

Seguire Ingranaggi è stato il preludio a un altro videoreportage, quello della violenza sulle donne. Tematiche che approfondirò in un’altro articolo, proprio quando pubblicherò il lavoro che sto portando avanti da mesi. In questa sede, mi preme sottolineare quanto la volontà di parlare alla periferia sia necessaria e nevralgica al fine di risentirsi parte di una comunità attiva e partecipativa.

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> Non chiamateci solo periferia: il mio reportage

I protagonisti sono Diletta, Andrea e Fabio del collettivo Ingranaggi, che hanno deciso di raccontarmi gli ideali insiti nella passeggiata femminista e in che modo intendono combattere il concetto comune di periferia. Questo è il mio videoreportage.

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